L'interesse dell'uomo all'ambiente sommerso e alla sua esplorazione ha origini molto antiche e sono numerose le esperienze storiche riportate. Le motivazioni sono in parte legate
all'approvvigionamento di risorse come spugne, molluschi o coralli o al semplice desiderio di esplorare i fondali. La soluzione inizialmente più efficace adottata dall'uomo per l'esplorazione
dell'ambiente sommerso fu una campana riempita d'aria all'interno della quale è possibile respirare senza dover tornare in superficie.
La subacquea scientifica adottata da biologi e naturalisti si fa in genere risalire all'esplorazione delle grotte sommerse della penisola sorrentina da parte di Filippo Cavolini, alla fine del XVIII secolo. In seguito, scienziati
come Henri Milne-Edwards e Anton Dohrn in Sicilia e nel golfo di Napoli, Jean-Marie Pérès e Jacques Picard a Marsiglia e Rupert Riedl in Adriatico suggellarono definitivamente l'importanza
dell'esplorazione subacquea in ambito scientifico. Oggi i settori scientifici che maggiormente si avvalgono dell'esplorazione subacquea nell'ambito della biologia e delle scienze naturali sono la
zoologia, la botanica, l'ecologia e l'anatomia comparata. Numerosi altri settori trovano di estrema importanza l'osservazione e lo studio dell'ambiente sommerso, dalla bio-chimica ambientale e
farmacologia (metaboliti secondari) alla bio-ingegneria (biomimesi). Le condizioni operative possono essere molto diverse e dipendono soprattutto dalla formazione specifica del ricercatore e dai
limiti operativi che la formazione impone. Le attività possono essere condotte dalla superficie a profondità anche molto elevate, superiori ai 100 m, sia in ambito delle acque interne sia in
mare, dai poli all'equatore.
Le tecniche classiche d'indagine indiretta dei fondi marini, realizzate per mezzo di strumentazione movimentata dalla superficie, sono state da tempo integrate o sostituite dalle tecniche di
indagine diretta che prevedono il lavoro di operatori scientifici che effettuano immersioni subacquee atte ad eseguire:
In definitiva si tratta di portare sott'acqua non solo le mani, per campionare o svolgere altre specifiche operazioni, e gli occhi per osservare, ma anche e soprattutto strumentazioni e le
conoscenze necessarie a condurre sperimentazioni e osservazioni con l'adeguata impostazione scientifica. Questa possibilità ha portato a un enorme avanzamento nelle conoscenze del mondo sommerso
e costituisce un approccio che nessun operatore senza competenze specifiche o con strumenti operati dalla superficie potrà mai uguagliare.
Il biologo subacqueo opera generalmente utilizzando piccole imbarcazioni o entrando in acqua da riva. Le strumentazioni impiegate sono prevalentemente semplici attrezzature, sia per il
rilevamento visivo lungo percorsi stabiliti e lungo transetti (bussola, cordella metrata, clinometro, profondimetro) o all'interno di superfici fisse (cornice quadrata), sia mediante il prelievo
di organismi su superfici fisse o volumi standard, sia per la documentazione video e fotografica. Per il prelievo di organismi si possono utilizzare martello, scalpello e spatole per raschiare
gli organismi sessili dalle superfici rocciose o da strutture artificiali e relitti, piccoli carotatori manovrabili a mano, retini e piccole sorbone per raccogliere la fauna vagile. Le sorbone
comunemente utilizzate sono strumenti di potenza limitata che consistono in un tubo in prossimità della cui bocca è immessa aria da una bombola dedicata che, creando una depressione, consente di
aspirare dal sito di campionamento parte del sedimento insieme agli organismi vagili presenti. La lavagnetta subacquea su cui annotare le osservazioni, in PVC o polistirolo compresso, e i guanti
sono infine i caratteri distintivi del biologo subacqueo. Talvolta, per il ricupero di strumenti e oggetti, possono essere utilizzati piccoli palloni da sollevamento. Lo sviluppo tecnologico
fornisce strumenti, sensori e tecnologie sempre più sofisticate, dalle sonde multiparametriche per la rilevazione dei parametri chimico-fisici della colonna d'acqua e del fondale ai sistemi di
posizionamento e di comunicazione senza fili, fino ai tablet scafandrati che consentono di operare e interconnettere diversi strumenti, registrando ed elaborando i dati in tempo reale. Tali
attività possono essere condotte dai biologi anche durante attività di formazione concernente la subacquea scientifica, richiedendo quindi competenze non solo relative all'applicazione delle
tecniche sopradescritte ma anche di leadership e di gestione dei gruppi con un'aggiornata e dettagliata conoscenza delle norme di sicurezza richieste.
Tutte le attività sopra elencate devono essere condotte direttamente dai biologi; tuttavia, per le operazioni più pesanti, è possibile il ricorso a operatori tecnici subacquei (OTS),
supervisionati in acqua da almeno un biologo per garantire l'efficacia e la validità scientifica delle attività e la salvaguardia degli ambienti e degli organismi oggetto di indagine.
Il "biologo subacqueo" è un termine di uso comune che vuole indicare una figura professionale dalle numerose sfaccettature, coinvolto in un'ampia gamma di attività. In genere si
tratta di laureati (con lauree triennali, magistrali o del vecchio ordinamento) in discipline scientifiche quali ad esempio Biologia, Scienze Naturali, e Scienze Ambientali che durante il loro
percorso formativo hanno seguito insegnamenti inerenti all'ambiente acquatico o hanno sostenuto una tesi in questo ambito.
Oggi in Italia è possibile laurearsi con una laurea magistrale in Biologia Marina o in Biologia ed Ecologia Marina solo presso alcuni Atenei (Tab. 1), ma in altre sedi esiste comunque la
possibilità di frequentare indirizzi dedicati o sostenere esami attinenti. Per gli studenti è importante informarsi presso le rispettive sedi e valutare i diversi piani di studio proposti.
Tabella 1. Lauree magistrali inerenti alla biologia e all'ecologia marina in Italia.
ATENEO |
CLASSE
|
CORSO DI STUDIO |
Università di Genova |
LM-6, LM-75 Interclasse di Biologia e Scienze e tecnologie per l’ambiente e il territorio |
Biologia ed ecologia marina |
Università Politecnica delle Marche (Ancona) |
LM-6 Biologia |
Biologia marina |
Università di Cagliari |
LM-6 Biologia |
Bio-ecologia marina |
Università di Palermo |
LM-6 Biologia |
Biologia marina |
Università di Messina |
LM-6 Biologia |
Biologia ed ecologia dell’ambiente marino costiero |
Università di Milano Bicocca |
LM-75 Scienze e tecnologie per l’ambiente e il territorio |
Marine sciences |
Università di Pisa |
LM-6 Biologia |
Biologia marina |
Università di Padova (sede di Chioggia) |
LM-6 Biologia |
Biologia marina |
Università di Bologna (sede di Ravenna) |
LM-6 Biologia |
Biologia marina |
Università del Salento (Lecce) |
LM-6 Biologia |
Coastal and marine biology and ecology |
Università della Tuscia (sede di Civitavecchia) |
LM-6 Biologia |
Biologia ed ecologia marina |
Università degli Studi di Napoli Federico II |
LM-6 Biologia |
Biologia ed ecologia dell'ambiente marino ed uso sostenibile delle sue risorse |
Generalmente il biologo subacqueo apprende le tecniche d'immersione autonoma con autorespiratore nelle scuole per subacquei ricreativi, e solo in seguito completa la sua formazione sulle
metodologie scientifiche subacquee e sulla sicurezza sui luoghi di lavoro durante corsi universitari specifici o con la partecipazione a corsi di formazione extra universitari tenuti comunque da
scienziati esperti. In genere, durante questi corsi, il biologo apprende, sia in forma teorica sia pratica, le principali metodologie operative per il rilevamento e il campionamento subacqueo ed
è informato sui possibili campi di applicazione, nonché sui protocolli di sicurezza da adottare. Questa formazione di base dovrà poi essere integrata con l'esperienza acquisita durante la
partecipazione a vari progetti di ricerca arrivando così a costruire la sua figura professionale.
Oggi, in Italia e in molti dei Paesi Europei ed extraeuropei, l'insegnamento degli approcci, dei materiali e dei metodi impiegati nella ricerca scientifica subacquea, destinato a laureati o
laureandi nei diversi settori scientifico-disciplinari, è erogato in alcuni Corsi di Laurea, per lo più di secondo livello (laurea magistrale), nell'ambito di Scuole di Dottorato, e in alcuni
corsi extrauniversitari, come quelli organizzati annualmente, fin dal 1986, dall'International School for Scientific Diving (ISSD, www.issdonlus.it). L'offerta ISSD si completa con il coinvolgimento degli allievi in diverse altre attività di monitoraggio
e ricerca che la scuola organizza in Italia e all'estero; ne è un esempio la "Crociera Scientifica alle Maldive" che la ISSD organizza dal 1998 in collaborazione con Albatros Top Boat, con i
ricercatori dell'Università di Genova e con alcuni membri del Centro di Ecologia Marina Tropicale (CEMT) del CoNISMa e dell'Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche
Subacquee.
Più recentemente, ha aperto a livello internazionale la "Scuola estiva di immersioni subacquee scientifiche di Panarea" con sede presso l'ECCSEL-Nat Lab Italy a Panarea (Isole Eolie, Sicilia)
gestito dall'Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Applicata (OGS, Trieste).
L'organizzazione no profit Reef Check Italia ETS (www.reefcheckmed.org/italiano) organizza regolarmente corsi di monitoraggio subacqueo nel Mar Mediterraneo e all'estero (ad esempio in Indonesia e
Madagascar) destinati sia a scienziati professionisti sia a cittadini, nell'ambito di iniziative di citizen science di cui Reef Check Italia è stato antesignano e da sempre promotore.
Altre iniziative inerenti al percorso di formazione scientifico-subacquea sono lo stage "Gradienti ambientali in habitat marini costieri" organizzato a Palinuro da docenti dell'Università
di Genova, Università la Sapienza (Roma) e Stazione Zoologica Anton Dohrn (Napoli), così come il corso di perfezionamento post-universitario in "Ricerca
Partecipativa, Valorizzazione del Patrimonio Naturale e Subacquea Ricreativa: l'economia locale a supporto della gestione territoriale" organizzato dall'Università Politecnica delle
Marche in collaborazione con DAN, PADI e Reef Check Italia onlus.
AIOSS fornisce un archivio online degli insegnamenti universitari e degli altri corsi che forniscono educazione qualificata, accreditati al fine del conseguimento degli standard ESD/AESD, nei
diversi settori dell'immersione scientifica.
Campionamento della fauna vagile con sorbona ad aria
Campionamento di sedimento e fauna di fondo mobile mediante carotatore manuale
Le "pratiche comuni per il riconoscimento dei livelli di competenza europei per immersioni scientifiche sul lavoro", aggiornate nel 2017, sono stabilite dall'European Scientific Diving Panel (ESDP, www.esdpanel.eu), ai fini dell'applicazione della Direttiva 2005/36/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 7 settembre 2005 relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali. ESDP prevede due livelli standard minimi di competenze professionali: European Scientific Diver (ESD) e Advanced European Scientific Diver (AESD). Questi livelli minimi di competenza certificati permettono alle organizzazioni di altri Stati Membri di riconoscere i livelli all'interno delle loro normative nazionali. Il possesso di questi requisiti è certificato da parte dell'agenzia nazionale autorizzata che rappresenta il proprio Paese in seno all'ESDP. I requisiti comprendono una formazione subacquea adeguata e competenze inerenti alla sicurezza, alle emergenze, all'uso di equipaggiamenti, all'operatività in mare, e alla conoscenza degli approcci e dei metodi impiegati nel proprio settore scientifico, acquisibili attraverso percorsi formativi universitari e post-universitari. In Italia, l'organizzazione che certifica il possesso di questi requisiti, sulla base del reciproco riconoscimento dei membri ESDP, è l'Associazione Italiana degli Operatori Scientifici Subacquei (AIOSS), costituitasi come associazione di categoria professionale il 5 febbraio 2010. Dal 2019 l'ESDP è sotto l'egida della rete European Network of Marine Station (MARS; www.marinestations.org).
Realizzazione di un esperimento in una prateria di Posidonia oceanica
Realizzazione di un esperimento di trapianto
Il settore della ricerca (Università e Istituti di Ricerca), delle attività di controllo ambientale (ISPRA e Sistema Agenziale per l'Ambiente) ed Enti preposti alla tutela del territorio (Enti
locali, Parchi, Riserve, Aree Marine Protette) richiedono sempre maggiore qualificazione, soprattutto nell'ambito delle indagini subacquee. Aziende pubbliche e private e liberi professionisti
impegnati in attività di consulenza ambientale, così come quanti si occupano di acquacoltura o di sfruttamento delle risorse richiedono biologi subacquei qualificati e addestrati non solo sulle
conoscenze teoriche di base ma anche su tutto ciò che riguarda l'operatività scientifica subacquea.
Le attività richieste, oltre a quelle riguardanti la ricerca pura, rientrano anche nell'ambito del controllo e del monitoraggio della qualità delle acque e degli ecosistemi, della
caratterizzazione degli habitat e della valutazione dell'impatto sulle biocenosi costiere provocato dalla costruzione di strutture artificiali, dighe, porti turistici, condotte sottomarine,
impianti per l'estrazione di risorse energetiche, così come da opere di ripascimento realizzate per contrastare l'erosione delle spiagge.
La figura del biologo subacqueo può essere inoltre impiegata nella didattica e nella divulgazione ambientale, sia presso istituti d'istruzione pubblici e privati sia nel settore eco-turistico.
Recentemente l'espansione della "citizen science" come strumento a supporto della ricerca e delle strategie gestionali in varie Aree Marine Protette su scala globale sta aprendo nuovi scenari
occupazionali sia presso organizzazioni non governative sia presso i centri d'immersione.
Prelievo selettivo di campioni di organismi sessili
Volontario che esegue un rilievo biologico nell'ambito di un progetto di citizen science (Reef Check Med)
Articolo tratto da:
Acunto S., Montefalcone M., Cerrano C., Terlizzi A., Turicchia E., Ponti M. (2020) Il biologo subacqueo. Identikit professionali degli Operatori Scientifici Subacquei. La collana del faro, Il Pianeta Azzurro, 1/2020: 10-17.
Gli autori:
Stefano Acunto
Biologo marino presso MAREA Studio Associato (Cecina, LI), direttore della ISSD e membro del consiglio direttivo di AIOSS. Fornisce consulenza ambientale a soggetti pubblici e privati nell'ambito
di di studi e monitoraggi degli habitat marino-costieri mediterranei e tropicali.
Monica Montefalcone
Ecologa marina presso l'Università di Genova e membro del consiglio direttivo di ISSD e del comitato tecnico-scientifico di AIOSS. Si occupa di caratterizzazione e valutazione dello stato degli
habitat marini costieri.
Carlo Cerrano
Zoologo presso l'Università Politecnica delle Marche, presidente di Reef Check Italia onlus e vice-presidente di AIOSS. Esperto di poriferi e cnidari, dal Mediterraneo ai tropici, fino
all'Antartide. Maestro Istruttore FIAS.
Antonio Terlizzi
Zoologo presso l'Università di Trieste, membro del consiglio direttivo di AIOSS e della commissione scientifica FIPSAS. Esperto di sistemi bentonici di substrato duro (naturali ed artificiali) e
di quelli a fanerogame marine.
Eva Turicchia
Ecologa marina presso l'Università di Bologna, membro del consiglio direttivo di AIOSS e di Reef Check Italia onlus. Si occupa di conservazione dei popolamenti bentonici mediterranei e tropicali,
di analisi di immagini 3D e di citizen science. Istruttore PADI e NASE.
Massimo Ponti
Ecologo presso l'Università di Bologna, presidente di AIOSS e vice-presidente di Reef Check Italia onlus. Si occupa di conservazione dei popolamenti bentonici mediterranei e tropicali in
relazione agli impatti antropici e ai cambiamenti climatici. Maestro Istruttore FIAS.